Notule

 

 

(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XX – 01 aprile 2023.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]

 

La Guam ALS-PDC è una specifica malattia da doppio prione tau e Aβ. Un mistero eziopatogenetico sembra essere stato finalmente risolto: il complesso sclerosi laterale amiotrofica-parkinsonismo-demenza (ALS-PDC) endemico nell’isola di Guam, una malattia neurodegenerativa caratterizzata da degenerazione tau, corpi di Lewy di α-sinucleina occasionali e placche Aβ diffuse, di cui ci siamo occupati in passato (v. Note e Notizie 05-05-18 Infiammazione nel Parkinson-Demenza di Guam), e che intensi studi su fattori genetici e ambientali non sono riusciti a riportare ad eventi causali, è stata riconosciuta come una malattia indipendente, che presenta sia il prione tau che quello Aβ. Carlo Condello e colleghi di un team guidato da Stanley Prusiner, Premio Nobel per la scoperta dei prioni, hanno dimostrato che gli estratti di cervello di pazienti contenevano prioni tau e Aβ con un fenotipo distinto da quello dei prioni trovati nella malattia di Alzheimer. [Cfr. Condello C. et al. PNAS USA – Epub ahead of print doi: 10.1073/pnas.2220984120, 2023].

 

Disturbi mentali e differenze sessuali nel metabolismo del triptofano. Le donne, rispetto agli uomini, hanno una maggiore suscettibilità a soffrire di alterazioni della serotonina (5-HT) per effetto di variazioni del suo precursore triptofano. Infatti, nei disturbi neuropsichiatrici nelle donne è maggiormente ridotto il pool dell’aminoacido e la biosintesi di 5-HT. Queste differenze sembrano alla base del dimorfismo sessuale nella prevalenza e nella gravità di alcuni disturbi, come si legge nella rassegna di Marian Lapo Pais e colleghi. [Cfr. Int J Mol Sci. 24 (6): 6010, 2023].

 

L’oressina-A (OX-A) causa la perdita di sinapsi ipotalamiche negli obesi. L’OX-A è una delle due oressine (A e B o ipocretine 1 e 2), un neuropeptide secreto dall’ipotalamo laterale e implicato nella regolazione dell’omeostasi energetica e di comportamenti complessi legati agli stati di veglia, risveglio e vigilanza. Nel difetto di segnalazione della leptina, cronico nell’obesità o acuto nel digiuno, OX-A promuove fame, allerta e ricerca di cibo. Questo meccanismo leptina-dipendente è stato poco indagato. Alba Clara Fernandez-Rilo e colleghi del CNR di Pozzuoli (Napoli) hanno dimostrato che, in difetto di leptina, OX-A induce un significativo aumento dei livelli di 2-AG che, a sua volta, porta alla formazione di 2-AGP, un lipide bioattivo della classe degli acidi LPA che regola la plasticità delle sinapsi ipotalamiche, causandone la perdita negli obesi. [Cfr. Molecular Metabolism – AOP doi: 10.1016/j.molmet.2023.02.101713, March 26, 2023].

 

Identificato un errore che si compie negli studi fMRI sulla memoria. Decenni di ricerca sulla memoria mediante fMRI hanno dettagliato associazioni tra segnali di neuroimmagine misurati durante un compito di codifica mnemonica e successive prestazioni di memoria, con una varietà di strumenti di misura e approcci statistici. David Halpern e colleghi, in un lavoro edito da Richard Shiffrin, hanno attuato un protocollo con un approccio analitico che consentiva la correzione per un certo numero di fattori confusivi, ben noti ai ricercatori che lavorano sulla memoria ma attualmente non considerati nell’interpretazione degli studi fMRI. Il risultato dimostra che, per stabilire un ruolo causale dei segnali di codifica rilevati, è necessaria la correzione per i fattori confusivi. [Cfr. Halpern D. J. et al. PNAS USA – Epub ahead of print doi: 10.1073/pnas.2120288120, 2023].

 

Struttura e funzione di PRRT2 associata a epilessia infantile benigna, cefalee e disturbi motori episodici. Francesca Franchi e numerosi colleghi coordinati da Fabio Benfenati hanno studiato struttura e funzione della proteina transmembrana PRRT2 (Proline-rich transmembrane protein 2), il cui gene ha ruolo causale in sindromi parossistiche pleiotropiche quali epilessia infantile familiare benigna, discinesia chinesigenica, atassia episodica e cefalea. PRRT2 è una proteina di membrana tipo 2 neurone-specifica con un dominio -COOH terminale intramembrana e una regione citoplasmatica -NH2 terminale lunga e ricca di prolina. I risultati dello studio identificano PRRT2 come una proteina a due domini in cui la regione citoplasmatica -NH2 terminale agisce come un’antenna di legame per i canali Na+, mentre il dominio di membrana -COOH terminale regola l’esposizione del canale sulla membrana e le sue proprietà biofisiche. [Cfr. Franchi F., et al. Journal of Biological Chemistry – AOP doi: 10.1016/j.jbc.2023.02.104632, March 21, 2023].

 

Definito un altro modo che consente a grassi e zuccheri alimentari di causare obesità. Nonostante una ben nota e documentata alterazione della fisiologia dopaminica nell’obesità, finora non è stato possibile stabilire se la deregolazione sia pre-esistente o conseguente all’obesità, oppure sia dovuta alla ripetuta esposizione a squilibri dietetici. Sharmili Edwin Thanarajah e numerosi colleghi hanno studiato su soggetti in normopeso l’aggiunta per 8 settimane alla dieta di 2 tipi di snack, con alto o basso contenuto lipidico e glicidico. Lo snack ipercalorico ha ridotto la preferenza per i cibi a basso contenuto di grassi e ha accresciuto la risposta generale del cervello al cibo e all’apprendimento associativo, indipendentemente da stimoli relativi al cibo o ricompense. Queste alterazioni delle elaborazioni del sistema dopaminico a ricompensa erano indipendenti dal peso corporeo e dai parametri metabolici, indicando un effetto diretto sull’adattamento neurocomportamentale che può aumentare il rischio di alimentarsi in eccesso e andare in sovrappeso. [Cfr. Thanarajah S. E., et al., Cell Metabolism s1550-4131(23)00051-7, 2023].

 

Qual è il ruolo del cervello nell’Effetto Isola che ha prodotto specie giganti e nane? L’evoluzione di alcune specie di mammiferi, uccelli, rettili e anfibi di piccole isole ha seguito una direzione differente nelle dimensioni corporee, dando luogo a specie giganti e nane: questo fenomeno, noto come island effect o effetto isola, segue la regola che le specie di piccola taglia diventano giganti e quelle di grande taglia nane. Fra gli esempi più noti di gigantismo vi sono il dodo delle Mauritius, un piccione gigante che non vola, e il drago di Komodo, un varano di oltre due metri e mezzo di lunghezza; fra le specie nane più studiate vi sono cavalli ed elefanti. In proposito, si ritiene che 10.000 anni fa le più piccole isole mediterranee fossero popolate da elefanti nani e cavalli nani. Sono stati studiati il bisonte di Mindoro, isola delle Filippine, che è la quinta parte del bovino continentale, e l’Hutia di Giamaica, un roditore quattro volte e mezzo più grande della specie americana.

Uno studio del 2021 ha trovato un rapporto geografico con cambiamenti dimensionali: maggiore è la distanza dalle terre continentali più sono pronunciati nanismo e gigantismo. Uno studio da poco pubblicato su Science ha analizzato 1231 specie animali esistenti e 350 specie estinte nell’arco degli ultimi 23 milioni di anni: quelle con il più alto grado di cambiamento dimensionale sono risultate essere le più soggette al rischio di estinzione.

Le spiegazioni sul perché la pressione selettiva abbia determinato questi effetti rimangono generiche ed ipotetiche: la riduzione corporea per adattarsi a uno spazio minore appare poco convincente a molti ricercatori. La spiegazione dell’aumento di dimensione sulla base di un basso grado di competizione e l’assenza di predatori chiama in causa il cervello: mancando stimoli per l’uso delle risorse competitive e l’elaborazione di strategie di sopravvivenza, possono essere venute meno per millenni le attività cerebrali necessarie a queste funzioni, riducendo l’impiego di energia e metaboliti da parte del cervello e lasciandone una quota maggiore a disposizione del resto dell’organismo. Si potrà verificare la fondatezza di questa ipotesi avanzata da uno dei nostri soci, studiando gli indici cefalici di rapporto tra cervello e resto del corpo nelle specie e nelle varietà giganti. [Fonti: Rebecca Ann Hughes; Science; BM&L-International, aprile 2023].

 

Le tartarughe: cervello e corpo resistenti e longevi. Mentre Michael Ariel e colleghi hanno dimostrato che la capacità del cervello di tartaruga nel resistere all’ipossia si caratterizza più col mantenimento di efficienza delle vie acustiche che di quelle visive (J Exp Biol. 244687, 2023), si registra che il più anziano ospite dello zoo di Houston, Mr. Pickles, una tartaruga del Madagascar di 90 anni, è diventato per la prima volta padre. I tre piccoli sono nati dalle uova della sua compagna di soli 53 anni. Intanto Jonathan, la tartaruga gigante delle Seychelles considerata il più vecchio animale vivente, quest’anno compirà 191 anni. [Fonti: J Exp Biol., Haley Yamada e Charlotte Eston – BM&L-Italia, aprile 2023].

 

Chi è nato a Itacuruça (Porta del Paradiso) non deve andare lontano per essere felice. All’Università di San Paolo (Brasile), a margine delle giornate internazionali di neuroscienze dell’ottobre e novembre 1994, un relatore narrò un aneddoto. Un impiegato del settore turistico originario di Itacuruça (Mangaratiba, nello stato di Rio de Janeiro) era andato a lavorare a Miami (Florida), dove in poco tempo aveva fatto crescere il fatturato della sua agenzia di 5 volte, era stimato e benvoluto da tutti i colleghi e molto apprezzato dai clienti. Un mattino si recò dal direttore dell’agenzia e rassegnò le dimissioni dall’incarico dicendo di aver bisogno di tornare in Brasile. Il direttore, per convincerlo a desistere dal proposito, le provò tutte ma, non riuscendo, gli promise di raddoppiargli lo stipendio e, poi, di triplicarglielo, spiegandogli che con quel guadagno in pochi anni avrebbe potuto realizzare tutti i suoi sogni. Ma il Brasiliano, ringraziando e sorridendo, rispose che non aveva quel tipo di sogni “metropolitani” che assillano la gente anche nelle grandi città brasiliane, e che voleva tornare alla felicità del quotidiano contatto con la natura, nuotando da un’isola all’altra dell’arcipelago di fronte alla spiaggia dove era nato. E concluse che avrebbe sempre conservato il ricordo di tutte le persone che aveva conosciuto e di tutto ciò che aveva appreso, ma che andava via perché in quell’esperienza aveva anche imparato sulla propria pelle il significato di parole come ansia, stress, insonnia, tachicardia, panico, crisi, somatizzazione, ansiolitici e psichiatra. [BM&L-Italia, aprile 2023].

 

Il placebo di una finta vacanza può essere sufficiente a evitare il disturbo affettivo stagionale? Una deliziosa casetta tropicale di legno intagliato ricoperta dai fittissimi fiori di una Poinciana delle Barbados, con i due passamani della bassa scaletta esterna di arbusti intrecciati a mano a formare una decorazione che si continua da ciascun lato con la variopinta alternanza cromatica di corolle rosse, gialle e blu, estese fino a circondare due simmetriche amache gemelle, è circondata e protetta da eleganti palme che la sovrastano e la separano dallo spazio circostante, che è quello del prato di un giardino in Svezia. La casetta da sogno è la copia di una dimora tropicale fatta costruire da un ricco industriale svedese per la moglie che soffre di seasonal affective disorder, un disturbo depressivo a ciclicità annuale provocato dal deficit di illuminazione solare, e del quale ci siamo occupati spesso.

L’interno della casa è ricco di elementi evocatori, dalle tendine tessute con fogli di cannella a vasi con oli essenziali e soprammobili di cere colorate ed essenze aromatiche, ma soprattutto, in corrispondenza di due finestre su pareti opposte, due schermi accesi mostrano esattamente ciò che si vede dalle due finestre della casa originale al tropico: cielo terso e mare turchese, da una parte, e cielo che spunta tra piante affollate di pappagalli, con le foglie sporgenti a far ombra e rendere verde un’ansa di mare, dall’altra parte. La coppia, intrattenendosi sulle sdraio tra le due finestre, può ascoltare la musica che fa da colonna sonora ai loro giorni felici. La convinzione dei due coniugi è che la perfetta condizione di buona salute psichica goduta sempre dalla donna durante le vacanze sull’isola tropicale si debba all’esperienza positiva nel suo insieme e, dunque, evocarla durante i periodi di breve durata dell’illuminazione diurna in terra scandinava possa avere efficacia nell’evitare la caduta del tono dell’umore.

Sull’effetto evocativo si basano anche tutti quegli approcci che mirano a ottenere un cambiamento in positivo dell’esperienza soggettiva del proprio stato di coscienza e sono spacciate per psicoterapie (cromoterapia, aromaterpia, ecc.). In proposito, soprattutto per gli equivoci generati dalla deriva comunicativa, è opportuno precisare che tali pratiche producono semplicemente “brevi effetti temporanei”, che possono adoperarsi in quanto tali o come ausili, insieme con altri (tecniche di rilassamento, ecc.), all’interno di programmi scientifici di intervento personalizzato, ma non sono cure di disturbi. Per terapia si intende un mezzo o una procedura sperimentata efficace nella cura di un disturbo – inteso nel senso onnicomprensivo di malattia, sindrome, sintomo, stato patologico – diagnosticato secondo le procedure mediche correnti e corrispondente a un’entità clinica riconosciuta.

Augurando ai coniugi svedesi che l’effetto evocativo possa contribuire a ridurre l’impatto della riduzione dell’illuminazione solare, ricordiamo la provata efficacia della terapia mediante illuminazione a giorno (v. Efficaci 100.000 lumen BROAD per trattare il Disturbo Affettivo Stagionale (SAD) in Note e Notizie 08-10-22 Notule) e riportiamo l’esito di due nuovi studi.

Julia M. Terman e colleghi, considerata la frequente presenza di disturbi di personalità nelle persone affette da disturbo affettivo stagionale, hanno studiato l’influenza di questi aspetti psicopatologici sulle due terapie standard, ossia la terapia mediante luce e la psicoterapia cognitivo-comportamentale. I risultati dello studio suggeriscono che la patologia di personalità non è un indicatore negativo né per la prescrizione della light therapy né in termini prognostici. Hitesh Chopra e colleghi hanno confermato l’efficacia della light therapy nel disturbo affettivo stagionale. [Cfr. Behav Ther. 54 (2): 361-374, March 2023; Ann Med Surg (Lond) 85 (2): 326-327, 2023].

 

Il cambiamento di concezione del femminismo incide su alcune terapie degli uomini. Un’indagine su 1015 uomini in Canada, condotta da Tony Silva della University of British Columbia e Tina Fetner della McMaster University ha rilevato che gli uomini che si autodefinivano “femministi”, e per tali erano riconosciuti dai ricercatori, erano quelli che facevano maggior uso di farmaci EDM contro la disfunzione erettile, per essere sempre in grado di soddisfare le richiese sessuali delle donne.

I movimenti in difesa delle donne in tutto il mondo hanno per decenni combattuto non solo la discriminazione e le innumerevoli ingiustizie in termini di diritti civili, trattamento lavorativo e considerazione sociale, ma anche quella “becera sottocultura maschilista” che voleva ridurre una parte delle donne a “strumento di piacere”. Una battaglia storica, in Europa e in America, è stata quella contro la “donna oggetto”, considerata espressione di sottomissione a una concezione incivile dei rapporti umani. Nei cortei le donne sfilavano con maglioni accollati, pantaloni larghi o gonne lunghe, rifiutando il look sexy che compiaceva i desideri irrispettosi e sollecitava i “bassi istinti” giustificati solo per gli uomini dal maschilismo imperante. In Italia, la senatrice Angelina Merlin dell’Unione Donne d’Italia (UDI), la prima organizzazione femminista del nostro paese, promosse la legge che aboliva la legalizzazione del commercio sessuale, disponendo la chiusura delle case di tolleranza e istituendo i reati di sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento della prostituzione.

Era ancora più estrema l’avversione delle femministe americane e nordeuropee per la prostituzione e per l’aver legato l’immagine della donna ai numerosi stereotipi erotici del mondo dello spettacolo, dalla Salomé di Oscar Wilde che recita nuda alle ballerine del Crazy Horse di Parigi. Al contrario, negli anni recenti, una ex-conduttrice televisiva da sempre femminista dichiarata, Alba Parietti, ha sostenuto che secondo lei tutte le donne dovrebbero “fare l’esperienza della prostituzione”.

Per oltre mezzo secolo i movimenti delle donne hanno cercato in tutti i modi di superare la schiavitù dell’erotizzazione della loro immagine sociale; nei decenni successivi, per effetto del “fenomeno della simmetria”, nella ricerca della parità tra i sessi le donne si sono battute per ottenere anche ciò che avevano condannato negli uomini: come eleggere l’interesse sessuale a priorità nel giudizio del partner o seguire carriere militari.

In conclusione, lo studio canadese fa registrare che gli uomini femministi di oggi, ossia perfettamente aderenti al modello di pensiero delle partner femministe, hanno una concezione dei rapporti uomo-donna improntata alla priorità della strumentalità sessuale, prossima a quella della “becera sottocultura maschilista” del passato, ora diventata “patrimonio comune”. [Cfr. Silva T. & Fetner T., Journal of Sex Research – AOP doi: 10.1080/00224499.2022.2029810, 2023].

 

Lo studio psicologico della “Scapigliatura Milanese” rivela la struttura di un’istanza di cambiamento. Il movimento della Scapigliatura non è stato un fenomeno minore o locale, come testimonia lo studio attento che vi dedicò il filosofo Benedetto Croce, ma non ebbe il seguito dei grandi movimenti letterari per la sua intrinseca eterogeneità e per un eccesso di contraddizioni che lo rendevano poco decifrabile. Rovani, il precursore degli scapigliati, desiderava “un mondo equilibrato, sereno, dove gioventù e bellezza potessero liberamente fiorire”, dall’Arrighi al Ghislanzoni una gran parte del movimento discute le forme politiche di un patriottismo armato, mentre Tarchetti si fa paladino di un acceso antimilitarismo scagliandosi contro la guerra di Crimea nel suo romanzo Una nobile follia. In un tentativo di inquadramento critico per la storia della letteratura concepita a fini scolastici, si afferma che “la Scapigliatura rappresenta la prima reazione contro la letteratura risorgimentale e romantica”[1]. Eppure, quanto di risorgimentale ci sia nel desiderio di libertà politica di tanti scapigliati e quanto romantici siano i loro pensieri, risulta evidente leggendo le loro opere. È vero, si scagliano contro il Prati e l’Aleardi, rifiutando i loro intenti educativi, il loro impegno civile e il loro patetismo poetico, ma di fronte al Manzoni sono più che mai divisi, con posizioni estreme e inconciliabili: Rovani lo celebra, Dossi lo ammira, Praga scrive: “tu puoi morir!... degli anticristi è l’ora!”[2], Tarchetti sentenzia: “…è buono, è dotto, è nobile, ma non ha anima”[3].

La mancanza di una idealità uniforme e coerente è ben evidente in politica: sia l’Arrighi che il Ghislanzoni da ferventi repubblicani mazziniani divengono aspri critici del mazzinianesimo e abbracciano un’assoluta fede monarchica, fino a quando il “crollo delle convinzioni giovanili significò per ambedue gli scrittori l’abbandonarsi ad una sorta di ‘qualunquismo’ astiosamente antiparlamentare e grettamente conservatore”[4]. In proposito il Ghislanzoni, favorevole da giovane all’acculturamento letterario di massa, si scaglia poi contro il decreto che prescrive l’istruzione obbligatoria[5].

Lo studio – per quanto possibile dalle carte – dei tratti psichici di tutti questi autori ha rivelato un elemento psicologico comune: il desiderio di liberarsi da un quadro mentale pesante, statico e condizionante, evocato in loro dalla cultura corrente, proposta e vissuta dalla maggioranza come un fatto compiuto, un’opera condotta a termine che non lascia spazio all’intervento, alla partecipazione e, men che meno, al protagonismo. Psicologicamente la vera questione nodale non è data dalle opinioni sul valore dei contenuti letterari o politici, ma dal riuscire ad avere, con la propria identità, un ruolo attivo, costruttivo e creativo nel presente. Prima di ogni altra cosa, lo scapigliato, come i giovani più consapevoli di ogni generazione, sente il bisogno di affermarsi quale soggetto e trovare il proprio posto nella vita, e possibilmente in una vita che non sia già strutturata e compiuta come museo di eroi risorgimentali e letterati romantici. [BM&L-Italia, aprile 2023].

 

La mente medievale alle origini del mentale moderno e contemporaneo (XI) è una tematica che stiamo sviluppando al Seminario sull’Arte del Vivere (v. Note e Notizie 21-01-23 Notule; Note e Notizie 28-01-23 Notule; Note e Notizie 04-02-23 Notule; Note e Notizie 11-02-23 Notule; Note e Notizie 18-02-23 Notule; Note e Notizie 25-02-23 Notule; Note e Notizie 04-03-23 Notule; Note e Notizie 11-03-23; Note e Notizie 18-03-23 Notule; Note e Notizie 25-03-23 Notule) per spunti settimanali di riflessione e discussione: qui di seguito si riportano quelli dell’undicesimo incontro.

Un aspetto dell’immaginario della mente medievale è influenzato dalla cultura in un modo sostanzialmente sconosciuto ai popoli delle epoche precedenti. Nel mondo classico greco-romano gli elementi astratti che costituivano patrimonio comune provenivano dalla religione o a questa si rifacevano attraverso la deificazione di protagonisti della storia, quali regnanti ed eroi: la mitologia costituiva lo strumento principale di definizione e trasmissione delle personalità e delle vicende simboliche degli dei dell’Olimpo, delle divinità minori e degli autori di imprese degne di essere ricordate. In altri termini, le personalità dell’immaginario condiviso nell’antichità appartengono, secondo il credo comune, a una impalcatura simbolica di verità e realtà, sia pure del passato.

Nel Medioevo, accanto a una più salda e profonda dimensione simbolica religiosa, comincia a svilupparsi un fenomeno che troverà la sua massima affermazione nel mondo moderno: la letteratura crea delle trame di fantasia su protagonisti e vicende della storia o, più spesso, inventa di sana pianta dei personaggi dichiaratamente fittizi che diventano protagonisti di racconti e, ben presto, figure emblematiche, modelli e paradigmi dell’immaginario collettivo di tutte le genti d’Europa. Questo “gioco”, basato su una sorta di accordo tra chi scrive e chi legge, tradizionalmente esisteva per i testi di teatro nell’antichità classica, ma non dava luogo al fenomeno della universalità paradigmatica di soggetti di fantasia: gli straordinari personaggi delle commedie di Aristofane, ad esempio, diventavano famosi nelle cerchie di frequentatori di un teatro, ma bastava andare nei paraggi di un teatro diverso, dove si rappresentava un altro autore, perché quei protagonisti risultassero sconosciuti al popolo degli spettatori.

Il XII secolo vede la nascita del romanzo e il diffondersi dell’interesse per personaggi che affascinano, appassionano, innamorano intere generazioni dai mari del nord alle terre mediterranee: la lingua latina comune, ma anche gli idiomi locali tradotti, costituiscono il primo veicolo del testo, ma poi la diffusione attraverso le versioni trovadoriche e le innumerevoli forme di trasmissione orale, che vanno dalla recita conviviale del racconto memorizzato alle favole raccontate ai bambini, renderanno patrimonio comune un prodotto artistico ispirato alla vicenda umana.

Dalle avventure di re Artù e i cavalieri della Tavola Rotonda, con Mago Merlino e l’eterna ricerca del santo Graal, che conservano un sia pur lontano rapporto con una realtà storica, a Tristano e Isotta, icone del più struggente amore irresistibile, ideale, assoluto, magico e impossibile, gli affreschi e i ritratti letterari occupano uno spazio nella mente di ogni Europeo dell’Età di Mezzo.

Il fenomeno letterario del romanzo ha un risvolto molto interessante nelle società dell’epoca: la Chiesa e i ceti colti erano impegnati in una secolare battaglia contro credenze superstiziose, pratiche mistico-magiche, negromanzia e concezioni derivate da antichissime tradizioni di sostrato, protette da una sorta di mitologia che spacciava per vere delle fantasiose invenzioni; l’esistenza di una forma riconosciuta di creazione di storie come genere letterario, aiutava nella distinzione tra ciò che è vero e ciò che è stato partorito dall’immaginazione. Infatti, con una malintesa interpretazione del detto romano vox populi vox dei, i sostenitori del soprannaturale non divino affermavano la veridicità di ogni racconto tramandato oralmente, fino a prova del contrario. Il romanzo metteva sotto gli occhi di tutti la possibilità che ha ciascuno di inventare un mondo di fatti e personaggi, costituendo esempio paradigmatico per distinguere il vero certo della Sacra Scrittura da tutte le altre opinabili narrazioni umane. [BM&L-Italia, aprile 2023].

 

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BM&L-01 aprile 2023

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[1] Vittorio Spinazzola, Gli scapigliati tra Manzoni e Verga, p. 3, in AA VV, Racconti della Scapigliatura Milanese, Edizioni CDL, Novara 1959.

[2] Vittorio Spinazzola, op. cit., p. 4.

[3] Vittorio Spinazzola, op. cit., idem.

[4] Vittorio Spinazzola, op. cit., p. 2.

[5] Ecco i versi del Ghislanzoni: “Dalla miseria consunti siamo / gridano i popoli: pan non abbiamo! / Ed ecco provvido giunge un decreto: / chi ha fame nutrasi coll’alfabeto!” (Ghislanzoni, Capricci letterari, vol. III, p. 139, 1886-1889).